La parabola dei talenti
Care amiche e amici di corsa,
ascoltato il vangelo di domenica scorsa sulla parabola dei talenti e visionato il film “Gifted – Il dono dei talenti”, dal momento che ogni giorno mi occupo di sviluppare le naturali propensioni delle persone, mi permetto di condividere con voi sul mio blog alcune riflessioni sull’argomento. Mi piacerebbe conoscere il vostro parere su questo provocatorio brano del Vangelo che spesso negli anni mi ha fatto un po’ arrabbiare e che solo da un po’ di tempo ho compreso.
La parabola del Vangelo di Matteo parla di un uomo che parte per un viaggio e affida i suoi beni ai suoi servi. A un servo affida cinque talenti, a un secondo due talenti e al terzo un solo talento. I primi due, sfruttando la somma ricevuta, riescono a raddoppiarne l’importo; il terzo invece va a nascondere il talento ricevuto, sotterrandolo. All’epoca un talento era circa 35 Kg d’oro pari a circa 1.000.000 di euro dei nostri giorni. Quindi quell’uomo aveva fatto dei doni immensi così come Dio o l’Universo ha donato qualcosa di inestimabile ad ognuno di noi. Ogni giorno, durante i nostri corsi di formazione e i nostri percorsi di coaching individuali, cerchiamo di far emergere il talento di ciascuno di voi per poterlo mettere in circolo. Chi comprende la consapevolezza di questo grande dono può veramente essere, fare e avere ciò che desidera e soprattutto può concorrere a creare valore aggiunto per l’universo e per le persone con cui entra in sintonia. Con questo atteggiamento di abbondanza infatti, a chi ha gratitudine sarà dato e a chi non ha gratitudine sarà tolto anche quello che ha. Come per il terzo servo che ha nascosto e buttato via il suo talento senza farlo fruttare.
Giovedì scorso è uscito nelle sale il film “Gifted – Il dono del talento”. Io l’ho visto e ve lo consiglio caldamente. Il messaggio che mi ha trasmesso e confermato è che già quando nasciamo tutti noi abbiamo dei talenti da reinvestire, proprio come nella parabola di Matteo. E grazie a Dio possiamo e dobbiamo farcela. Per migliorarci sempre.